Oltre il Sangiovese c'è di più: gli insoliti vitigni della Toscana
In Italia sono stati riconosciuti più di 635 vitigni differenti alla data in cui scriviamo.
Per apprezzare il valore di questa varietà viticola basta pensare che, per esempio, in Francia, il 90% dei vini transalpini è realizzato con solo 20 tipologie di uve (Ivano Asperti, 4° edizione de La Terracotta e il Vino 2022).
E tra quei 635 vitigni differenti, circa la metà si può considerare come scarsamente coltivata o a rischio di estinzione, visto che copre soltanto il 5% degli ettari vitati del territorio nazionale (dato elaborato e adattato da Censimento ISTAT 2010 e intervento di Ivano Asperti, 4° edizione de La Terracotta e il Vino 2022).
Questi vitigni, per lo più veri autoctoni italiani, non hanno avuto proprio una vita facile negli ultimi 150 anni. Alcuni si sono estinti, altri corrono ancora il rischio non esserci più nel prossimo futuro.
Per fortuna, in Italia, ci sono vignaioli custodi prima di tutto di un territorio. Vignaioli che hanno fatto del recupero di questi vitigni reliquia una vera e propria missione sociale.
E la Toscana, come regione italiana, non è da meno. Vediamo perchè.
Toscana rosso Sangiovese.
Non c’è dubbio che la regione sia dominata da un’unica varietà di vitigno: il ben noto Sangiovese.
Visto che occupa il 64% della superficie vitata toscana (dato elaborato e adattato da Censimento ISTAT 2010), dà poco spazio a varietà autoctone toscane vere.
Abbiamo precisato: “autoctone toscane vere”. Perchè?
Perchè il Sangiovese è un vitigno che ha avuto origini meridionali e si è poi spostato verso Toscana ed Emilia-Romagna.
Spesso ci riferiamo al Sangiovese come autoctono toscano mentre sarebbe meglio definirlo come “nazionale”. Questo perchè si è spostato in ambienti molto diversi dalla sua culla di origine.
Diversi sono invece i vitigni autoctoni toscani veri che passano ingiustamente in secondo piano perchè usati in blend col Sangiovese.
Anzi, spesso sono proprio i sentori di quei poveretti che vanno ad arricchire l’amato Sangiovese che se ne prende tutto il merito!
Ma perchè questi vitigni antichi, rari, rari sono stati così trascurati tanto da rischiare oggi l’estinzione?
Il vitigno autoctono vero: antico, raro e trascurato.
I vitigni autoctoni sono stati trascurati perchè, se allontanati dal loro ambiente di origine, non riescono a rispondere alle esigenze qualitative e quantitative richieste.
Di conseguenza hanno perso interesse e importanza nel tempo.
Questo ha portato alla progressiva sostituzione di vitigni autoctoni con vitigni che stanno bene un po' ovunque.
Da qui la perdita di vecchie varietà che, adattate da secoli ad uno specifico ambiente e adeguatamente coltivate e vinificate, danno vini di spiccata tipicità.
Quella tipicità che si contrappone all’appiattimento del gusto dei vini prodotti coi vitigni internazionali che, come si diceva prima, stanno bene un po’ ovunque sia possibile coltivare la vite.
Anche il gusto del consumatore medio è assuefatto a questa mancanza di tipicità nel vino. Tanto che si tende a dare un giudizio negativo alla prima esperienza di ciò che sfugge all’omologazione.
Sorpresa e stupore ci dovrebbero invece far saltare sulla sedia quando percepiamo quell’altro o diverso. Vuol dire che il vignaiolo o la vignaiola che l’ha prodotto ha sposato la missione di non far diventare il suo vino un prodotto dell’industria.
Ha voluto farci conoscere il diverso che viene fuori se alla base della produzione di un vino c’è il rispetto del legame di continuità tra il prodotto, il territorio e la cultura degli uomini che lo producono.
È vero che la diffusione dei vitigni autoctoni è ostacolata dal maggior impegno (finanziario, di tempo e umano) che richiedono per lo studio e l’applicazione di tecniche vitivinicole adeguate ma è un modo che abbiamo anche per rendere la viticoltura sostenibile.
Andare alla ricerca dei perchè di un luogo, capire perchè in un certo luogo sono da sempre state coltivate certe varietà di vitigni e non altre aiuta ad avere una coltivazione più in equilibrio con l’ambiente.
Perchè? Perchè significa non accanirsi a far sopravvivere artificialmente e a tutti i costi un qualcosa in un ambiente che non è il suo.
Un vitigno autoctono è tale perchè da secoli selezionato da, in e per quell’ambiente in cui si è adattato e vive in armonia. E il viticoltore avrà una conoscenza e un'esperienza maggiore che gli consentirà di coltivarlo meglio e in modo più equilibrato.
In cambio ci darà lo stupore di poter assaggiare la tipicità di un luogo, l’espressione della cultura degli uomini che lo abitano, un qualcosa che ancora non hai catalogato in memoria perchè diverso dalla maggioranza dei vini già conosciuti.
I vitigni autoctoni toscani.
Che siano diversi lo abbiamo detto. Ma quali sono questi vitigni autoctoni toscani diversi e rari?
Nei prossimi articoli che usciranno in questo blog troverai la loro carta di identità con indicati i produttori e i vini che potrai venire ad assaggiare tutte le volte che vorrai, anche al calice e agli assaggi ABS.
Qui sotto ti lasciamo i nomi di alcuni vitigni autoctoni toscani. Li abbiamo collegati alla provincia toscana in cui sono più diffusi e ne abbiamo indicato gli ettari vitati.
Quale vitigno autoctono toscano vuoi approfondire per primo? A te la scelta tra:
Ps: clicca sul nome del vitigno che vuoi conoscere per leggere la sua carta d’identità e i vini che puoi scoprire direttamente in Enoteca, al calice o con gli assaggi ABS.
ABS, degusta i vitigni autoctoni toscani da B Station!
Puoi assaggiare i vitigni autoctoni toscani che hai appena letto, con ABS, anche detta Anything But Sangiovese.
Un modo per scoprire la Toscana che va oltre il Sangiovese con 4 diversi assaggi guidati su prenotazione, anche in lingua inglese.
Scopri tutti i dettagli della degustazione cliccando qui.
Ci hanno aiutato a scrivere questo articolo:
- Native Wine Grapes of Italy di I. D’Agata, University of California Press
- La stirpe del vino di A. Scienza e S. Imazio, Sperling & Kupfer
- Etna. I vini del vulcano di S. Foti, Giuseppe Maimone Editore
- Intervento di Ivano Asperti presso la 4° edizione de La Terracotta e il Vino 2022
- Catalogo Nazionale delle varietà di vite
- Dati Censimento Agricoltura 2010 ISTAT